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Due chiacchiere con Max Menegon il fondatore di The Equestrian Show

Tempo di lettura: 4 minuti
max menegon cavalli

Il primo ricordo di Max Menegon legato ai cavalli è un ricordo d’infanzia, è un ricordo felice

I genitori di Max conobbero ai Pratoni del Vivaro una coppia di sposi novelli, proprio come loro, si sono trovati subito in sintonia e decisero, visto che loro abitavano a Supiano, di comprare un terreno e pian piano costruire una casa e subito dopo una scuderia. Quindi si può dire che Max stesso e i figli di questa coppia siano nati all’interno di una scuderia e il cavallo sia stato il primo animale “che ho visto, che ho respirato, che ho conosciuto così da vicino”. Il primo ricordo è un ricordo felice, è l’aria della scuderia, l’odore del cavallo, del fieno, l’odore di buono. 

Da quegli odori a praticare equitazione anche a buoni livelli il passo è stato quasi scontato. Conoscere i cavalli sin da bambino, viverli in scuderia, nei paddock e ovviamente montarli era la quotidianità. La novità è nata quasi per scherzo, giocando a commentare una gara. Da lì è cominciata la professione da commentatore sportivo che accompagna Max Menegon ogni weekend.

“Commentare questo sport, e quindi continuare a viverlo, è una fonte di ricchezza immensa dal punto di vista sicuramente emotivo ed emozionale”.

Arricchirsi quotidianamente di valori come la sincerità e il rispetto è uno dei mille doni che i cavalli dispensano quotidianamente. Il poter crescere costantemente insieme e prendere coscienza di avere una relazione con loro, con un altro essere vivente è una carica emotiva che non ha eguali.

Migliorare il nostro ascolto per poter comprendere al meglio le necessità, i bisogni o i piaceri del cavallo è un esercizio continuo secondo Max. Saper intercettare i loro gesti, saperli riconoscere, capire i loro sguardi, le loro narici che si allargano o si restringono in base a cosa li circonda facilita l’apprendimento sportivo, perchè conosciamo al meglio il nostro compagno, e fa accrescere la fiducia che entrambi abbiamo bisogno di avere.

Lo sguardo è quel comportamento del cavallo che cattura Max Menegon, da quegli occhi prende il via una comunicazione bellissima

Il primo dettaglio su cui si sofferma il fondatore di The Equestrian Show è sicuramente lo sguardo. Guardarli ed essere guardati allo stesso tempo ti concede il privilegio di entrare in contatto con loro.

La loro dimensione inganna, sono tanto grandi quanto fragili in determinate situazioni. Incrociare i loro occhi mentre comunicano è una sensazione meravigliosa, così come quando muovono le narici e cominciano a cercarti e ad annusarti. Come ogni essere umano, anche il cavallo può avere delle giornate no, delle giornate negative, è lì che il nostro essere pensanti interviene regalando tempo al binomio.

Capita di aver bisogno di una pausa, e tutto quello che possiamo fare è semplicemente trascorrere del tempo con loro, prendercene cura, passeggiare accanto a loro, portarli semplicemente in un prato a brucare. Mettersi in contrasto, voler ottenere per forza risultati in giornate in cui uno dei due componenti del binomio non è in forma, è una forzatura controproducente. Situazioni di stress devono diventare momenti di pausa e serenità. Fermarsi significa anche entrare in comunicazione con loro.

“E’ meraviglioso quando ti chiamano da dentro ad un prato, quando ti vedono, ti riconoscono”.

Un’esperienza che Max Menegon ci racconta con tenerezza. Capita che i propri compagni di vita abbiano un infortunio, un incidente, e quando accade in età giovanile è più pesante. Sicuramente la loro carriera sportiva rallenta, per molti, o addirittura è destinata a fermarsi. E’ il caso di una cavalla che Max aveva, lui ha avuto la fortuna di vederla fare la mamma.

Ha avuto puledri meravigliosi, che dal punto di vista sportivo sono andati benissimo. Assistere al momento del parto, vederli nascere, avere il primo contatto con loro, provare a farli alzare, portarli piano piano verso la mamma e la mamma che comincia a chiamarli e a pulire è stata un’emozione unica. Ecco perché connettersi con loro è fondamentale, conoscerli dai primi momenti fino ad una competizione sportiva è importante. La tecnica deve andare di pari passo alla conoscenza emotiva dei propri cavalli. Sono elementi che devono procedere in simbiosi, fa tutto parte del rapporto. Certo, sappiamo bene come le parole abbiano un significato diverso, conosciamo le difficoltà pratiche di questo sport, che il più delle volte ti lascia sconfitto. Ma uno dei più grandi insegnamenti di questo sport è proprio nel saper perdere, nel riconoscere l’errore, nell’essere umile. 

Equitazione è essere costantemente in sfida con te stesso, stare con i piedi per terra, “con il peso sulle staffe”, aggiornarsi quotidianamente, sbagliare e ricominciare.

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Martina Vitale

Laureata in Filologia Moderna presso l’Università di Pavia, ho l’occasione di lavorare nello showroom milanese di “Re” Giorgio Armani e di respirare quella moda che fa davvero sognare ogni donna. In seguito mi trasferisco a Berlino, dove lavoro in un’agenzia di comunicazione, e infine in Puglia per insegnare lettere e per inseguire una grande passione: l’equitazione.

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Ines Pesce

Esperta di Marketing e Comunicazione, conseguo la Laurea in Giurisprudenza e l’abilitazione alla professione forense che abbandono per diventare consulente di marketing territoriale per diverse aziende ed Enti locali. Mi appassiono all’equitazione dopo essere stata folgorata da una sfilata di moda ispirata allo stile equestre e da allora il mio obiettivo è montare a cavallo ogni giorno.

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